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Canada a rischio recessione

L'economia canadese si trova in una situazione di estrema incertezza dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha imposto dazi del 25% su tutte le importazioni dal Canada, ad eccezione dei prodotti energetici, tassati al 10%. Questa decisione, entrata in vigore martedì, rischia di minare la fragile ripresa economica del Canada, aumentando i prezzi al consumo, incrementando la disoccupazione e, potenzialmente, portando il Paese in recessione.


Una dipendenza commerciale che espone il Canada a rischi elevati

Il Canada è fortemente dipendente dagli Stati Uniti per la sua crescita economica. Il 75% delle esportazioni canadesi ha come destinazione gli USA, e un terzo delle importazioni proviene da oltre confine. Questa dipendenza dal commercio estero rende il Canada particolarmente vulnerabile a un conflitto commerciale prolungato. Qualora le tensioni dovessero persistere, l’economia canadese potrebbe entrare in recessione già dal secondo trimestre dell’anno.

L’andamento dell’economia canadese nel quarto trimestre del 2024 è stato positivo, con una crescita annualizzata del 2,6%, superiore alle aspettative. A gennaio, il tasso di disoccupazione è sceso grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro, e la produttività del lavoro è tornata in positivo per la prima volta dal periodo pandemico. Tuttavia, questi segnali di ripresa potrebbero essere di breve durata se i dazi dovessero rimanere in vigore a lungo.

Secondo gli analisti, il tasso di disoccupazione, attualmente al 6,6%, potrebbe salire fino all'8% nei prossimi mesi. Inoltre, la Banca del Canada ha avvertito che i dazi avranno un effetto permanente sulla crescita economica del Paese, mentre l’inflazione potrebbe subire un'impennata prolungata.



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Reazione della Banca del Canada e prospettive monetarie

Di fronte a queste incertezze, gli investitori stanno già scommettendo su un imminente intervento della Banca del Canada. I mercati dei tassi di cambio prevedono una probabilità del 90% di un taglio dei tassi d'interesse il 12 marzo, una probabilità quasi raddoppiata rispetto alle attese di inizio settimana. Un allentamento della politica monetaria potrebbe essere necessario per contrastare gli effetti negativi della guerra commerciale, ma comporterebbe il rischio di una maggiore svalutazione del dollaro canadese.

Le esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano circa il 18% del PIL canadese e coinvolgono più di 2,4 milioni di posti di lavoro. La possibilità di un ulteriore deterioramento delle relazioni commerciali con Washington preoccupa non solo gli economisti, ma anche le imprese e i consumatori, che si trovano ad affrontare un contesto sempre più incerto.


Impatto sui mercati immobiliari: la fiducia dei consumatori vacilla

Il settore immobiliare canadese è tra i primi a risentire della situazione di incertezza economica. Le vendite di case nell’area metropolitana di Toronto sono crollate a febbraio, registrando un calo del 28,5% rispetto al mese precedente e del 27,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. I prezzi delle abitazioni sono in calo per il terzo mese consecutivo, segno di una crescente esitazione da parte degli acquirenti.

Secondo il Toronto Regional Real Estate Board (TRREB), il clima di incertezza legato alla politica commerciale degli Stati Uniti sta influenzando negativamente il mercato immobiliare. "Oltre alle persistenti preoccupazioni legate all'accessibilità economica, i potenziali acquirenti sembrano aver perso fiducia nell'economia", ha dichiarato Jason Mercer, capo analista di mercato del TRREB. L’insicurezza sulle future relazioni commerciali con gli Stati Uniti ha portato molte famiglie ad adottare un atteggiamento attendista, rimandando l’acquisto di immobili fino a quando il quadro economico non sarà più chiaro.



L’imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una sfida significativa per il Canada. Se le tariffe rimarranno in vigore a lungo, il Paese rischia di entrare in una fase di recessione, con una contrazione del PIL e un aumento della disoccupazione. La combinazione tra un rallentamento della crescita economica, un incremento dell’inflazione e la perdita di fiducia dei consumatori potrebbe creare un circolo vizioso difficile da invertire.

Nel breve termine, il governo canadese potrebbe cercare soluzioni diplomatiche per ridurre la pressione commerciale, ma non sarà semplice ottenere concessioni dall’amministrazione Trump. Nel frattempo, gli occhi sono puntati sulla Banca del Canada e sulle sue prossime mosse in politica monetaria.

Gli investitori e le imprese dovranno prepararsi a un periodo di volatilità e incertezza, con il rischio concreto che la seconda economia del Nord America scivoli in una recessione già nel corso del 2025.



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