Il Dollaro non protegge più
- Black Tango
- 23 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Negli ultimi mesi, gli investitori europei che avevano puntato sulle azioni americane si sono trovati di fronte a una sorpresa sgradita: non solo Wall Street è scesa, ma anche il dollaro si è indebolito. Questa combinazione ha fatto saltare quello che per anni è stato un meccanismo di protezione naturale per chi investiva negli Stati Uniti: la correlazione positiva tra il dollaro e l’S&P 500. In passato, quando le borse americane scendevano, il dollaro tendeva a rafforzarsi. Oggi non è più così. E le conseguenze sono pesanti, soprattutto per gli investitori stranieri.
Immaginiamo un investitore europeo che ha comprato azioni americane, ad esempio l’indice S&P 500, senza copertura sul cambio.Se questo indice scende del 3% in dollari, e nello stesso periodo il dollaro perde valore rispetto all’euro, allora il danno per l’investitore europeo è ancora più grande.Infatti, quando traduce i suoi investimenti in euro, non solo ha perso sul mercato azionario, ma anche sulla valuta.Esempio concreto:
L’S&P 500 è in calo del 3% in dollari,
Ma per un europeo la perdita è quasi dell’8%, a causa dell’indebolimento del dollaro.
Questa è la rottura della correlazione: una volta il dollaro proteggeva l’investitore nei momenti di crisi. Ora non lo fa più.
Per anni, il mercato ha vissuto un cosiddetto ciclo virtuoso:
Gli investitori europei e asiatici compravano azioni americane,
Questo aumentava la domanda di dollari (per comprare titoli americani),
Il dollaro si rafforzava,
E quindi, anche se le azioni erano in calo, l’effetto cambio compensava parte delle perdite.
Risultato? Gli investitori stranieri erano incentivati a comprare ancora più azioni USA, perché il cambio offriva una forma di protezione automatica.
Oggi però quel meccanismo si è rotto.
Il 2025 è iniziato con grandi aspettative: si pensava che Wall Street, guidata da titoli tecnologici e dalla spinta della rivoluzione AI, potesse continuare a salire.Ma:
L’indice S&P 500 ha registrato un calo,
Il dollaro ha mostrato segnali di indebolimento rispetto all’euro,
Le politiche incerte dell’amministrazione Trump (soprattutto sui dazi commerciali) stanno creando dubbi,
E la crescita economica USA sta dando segnali di rallentamento.
Quindi, mentre l’Europa sorprende in positivo (ad esempio con nuovi investimenti in difesa e un miglioramento degli utili aziendali), l’America perde smalto.
Il risultato è un effetto domino:
Le azioni scendono.
Il dollaro si indebolisce.
Gli investitori europei perdono due volte.
E iniziano a ritirare capitali da Wall Street.
Il concetto chiave è che il dollaro non sta più funzionando come paracadute.Storicamente, quando i mercati erano in difficoltà, il dollaro si rafforzava. Era considerato un bene rifugio. Questo ha spinto molti investitori stranieri a non coprire il rischio di cambio, perché tanto il dollaro saliva nei momenti difficili.
Ora, se il dollaro si indebolisce insieme alle borse, quella protezione scompare.Questo potrebbe portare a meno interesse da parte degli investitori stranieri per i titoli USA, soprattutto se non vogliono (o non possono) coprire il rischio cambio.
Se questa nuova tendenza continua, potremmo assistere a un cambio di strategia globale:
Meno investimenti in azioni americane non coperte, soprattutto da parte di europei e asiatici.
Maggiore attenzione al cambio, anche da parte di piccoli investitori.
Un possibile calo strutturale della domanda di dollari,
E quindi un ulteriore indebolimento della valuta americana.
Tutto questo rischia di alimentare una spirale negativa:
Meno investimenti in USA → meno forza per il dollaro → meno attrattività del mercato → ancora meno investimenti.
La rottura della correlazione arriva in un momento delicato per i mercati globali. Infatti, da un lato abbiamo gli Stati Uniti con:
Borse in calo,
Un dollaro debole,
Incertezza politica legata a Trump,
E crescita economica in rallentamento.
Dall’altro, l’Europa sta mostrando segnali incoraggianti:
Aumenti delle stime sugli utili aziendali,
Valutazioni ancora più basse rispetto agli USA,
Un cambio favorevole,
E nuova fiducia in settori come la difesa.
Non è detto che questo scenario duri per sempre, ma oggi gli investitori iniziano a guardare l’Europa con occhi diversi rispetto al recente passato.
Per chi investe in azioni americane, soprattutto dall’Europa, il messaggio è chiaro:
Non si può più ignorare il rischio cambio.
Il dollaro non è più un 'salvagente' automatico.
Serve una strategia più attenta, magari considerando la copertura valutaria.
Oppure, valutare se oggi non sia più interessante guardare a mercati alternativi agli USA, come appunto quello europeo.
In fin dei conti, non basta scegliere buone azioni: in un mondo globale, anche la valuta in cui investi può fare la differenza.