Allarme della FED sull'economia USA
- Black Tango
- 23 mar
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La Federal Reserve ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla crescita economica degli Stati Uniti, mentre ha alzato quelle sull'inflazione. Il motivo? Le politiche commerciali dell'amministrazione Trump, in particolare i dazi, stanno mettendo pressione sull'economia più grande del mondo.
Secondo le ultime stime della banca centrale americana, il PIL degli Stati Uniti crescerà dell'1,7% quest'anno, mentre l'inflazione dovrebbe salire al 2,7%. Allo stesso tempo, la Fed ha deciso di lasciare invariato il tasso d'interesse di riferimento, al termine di una riunione di due giorni.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha spiegato che le incertezze legate ai dazi hanno avuto un impatto concreto sulle prospettive economiche. "È chiaro che una parte importante di questa revisione è legata ai dazi imposti dal presidente", ha dichiarato Powell. "Queste misure tendono a rallentare la crescita e a spingere l'inflazione verso l'alto".
L'effetto combinato di crescita più lenta e inflazione più alta solleva un problema delicato per la Fed: la cosiddetta stagflazione. In questo scenario, l'economia si trova in una situazione di stagnazione economica accompagnata da un aumento dei prezzi.
In un contesto simile, la banca centrale si trova di fronte a un bivio: deve agire per sostenere la crescita abbassando i tassi, oppure per frenare l'inflazione alzandoli? Powell ha dichiarato che la Fed "non ha fretta" di intervenire, vista l'incertezza elevata del momento.
Secondo diversi sondaggi, sia i consumatori che le imprese americane stanno mostrando segni di preoccupazione. I dazi hanno ridotto la domanda e aumentato i costi, comprimendo i margini e generando timori sul futuro.
Le nuove proiezioni della Fed indicano che potremmo essere già entrati in una fase complessa per l'economia americana, in cui le decisioni di politica monetaria devono bilanciare esigenze contrastanti.
Nonostante le difficoltà, le previsioni interne della Fed (il cosiddetto "dot plot") mostrano che i membri del FOMC (Federal Open Market Committee) si aspettano uno o due tagli dei tassi da un quarto di punto entro la fine dell'anno. Questa stima è in linea con quella di dicembre scorso, anche se ora quattro membri prevedono nessun taglio, contro uno solo a dicembre.
Nel frattempo, i mercati finanziari scontano due o tre tagli entro la fine del 2025. Si sta dunque aprendo un divario tra ciò che si aspettano gli investitori e ciò che la Fed intende fare. Questo potrebbe generare ulteriori tensioni e incertezza nei prossimi mesi.
La Federal Reserve si trova davanti a una sfida complessa: stimolare l'economia senza alimentare ulteriormente l'inflazione. Le politiche commerciali della Casa Bianca, pensate per proteggere l'industria nazionale, stanno generando effetti collaterali che rallentano la crescita e alzano i prezzi.
Per gli investitori, questo significa che la traiettoria dei tassi d'interesse resta altamente incerta. La prudenza sembra essere l'unica strategia sensata in un contesto in cui le decisioni politiche influenzano direttamente l'andamento dei mercati e delle principali variabili macroeconomiche.